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È stato sufficiente un terribile istante per stravolgere completamente la vita di un giovane ventiquattrenne e ci sono volute più di 15 ore di intervento chirurgico per ridargli la speranza di guardare con gli occhi il mondo, per sentirne il profumo con un naso… e, soprattutto di sentire i baci si sua figlia… ossia, per ritornare ad una qualche parvenza di normalità e di Wellthiness. Il protagonista è Wiens Dallas un ragazzo che, nel novembre 2008, mentre stava riparando una chiesa di Fort Worth, ha subito una devastante scossa elettrica. Così, a causa dell’incidente gli sono bruciati la faccia, fino al cuoio capelluto, le ossa.
Immediatamente è stato ricoverato al Memorial Parkland Hospital nella Dallas Burn Unit. Ma nessuno si aspettava che sarebbe sopravvissuto. Eppure Wiens si è salvato. “Quando è entrato, non credo che ci sarebbe nessuno al mondo che avrebbe potuto scommettere che ce l’avrebbe fatta e tanto meno che Dallas sarebbe ritornato a parlare con noi”, ha dichiarato Jeffrey Janis, uno dei medici appartenenti all’equipe che si è occupata di Wiens. Entrambi gli occhi erano persi e il naso era completamente scomparso.
Da allora, Wiens ha subito 22 interventi chirurgici, ma quando si parla con lui, malgrado il suo aspetto, non si vedono tanto le cicatrici, si sente invece, l’arguto umorismo di un uomo che ha una missione. “Tutto ciò è una prova: una prova per la determinazione, una prova della mia fede “, sostiene con forza e coraggio l’uomo.
I medici gli avevano che non avrebbe potuto più camminar, né parlare, né mangiare cibi solidi. Wiens ha preso tali moniti con come una condanna, come l’evidenza di una realtà che l’avrebbe chiuso in sé e destinato a morire. Le terribili parole dei medici gli sono servite come una motivazione, un’ulteriore sfida da affrontare e, ovviamente, da vincere.
“Tutto quello che i medici dicono che non potrò mai fare fisicamente, io trovo un modo per smentirli e sono sicuro che riuscirò a trovare un modo per riplasmare il mio corpo in modo da poterlo ancora riuscire a fare”, dichiara con grinta Wiens.
A differenza di quanto si potrebbe credere, è un uomo molto occupato ed impegnato. È un ottimo papà di una bella bambina e, presto ritornerà al college. Wiens spera di ottenere un trapianto di faccia, un giorno, e che troveranno anche il modo di restituirgli la vista. Tra l’altro ha aperto una fondazione denominata About Face che si propone di raccogliere fondi per aiutare tutti gli ustionati ed anche per raccogliere i fondi indispensabili alla sua operazione.
Wiens dice che il suo incidente gli ha insegnato a “portare e trovare la gioia in tutte le piccole cose della vita quotidiana.” Dopo tanti speranze ed attese, l’uomo si è sottoposto al trapianto completo di faccia. Un’equipe di 30 medici ed infermieri di Boston ha lavorato ininterrottamente per 15 ore per ridargli un volto. I medici assicurano che non assomiglierà né al Wiens di prima dell’incidente né al suo donatore ma così, potrà finalmente realizzare il sogno di sentire i baci di sua figlia.
Un intervento analogo si è tenuto l’anno scorso in Spagna con un esito del tutto positivo, quindi anche per Wiens, ci sono ottime prospettive. La storia di Wiens non è solo toccante, è un altro grande esempio di come affrontare le difficoltà, i drammi della vita. Wiens avrebbe potuto scegliere la strada dell’autocommiserazione, della passività, della disperazione, ma non ha ceduto. Ha preso tutto come una prova, come un modo per rafforzarsi e per aiutare chi non ha il suo coraggio.
La sua positività, la sua forza di volontà, la sua pervicacia, il suo amore per il prossimo e la capacità di condividere con gli altri la sofferenza, le ansie, le angosce, in una parola, la sua empatia, sono un’immensa testimonianza per noi del più profondo significato del Wellthiness. E sono davvero toccanti le sue parole nel video quando ammette che tutti abbiamo la possibilità di scegliere. Che tutti diamo per scontati alcuni aspetti della vita e non ci rendiamo conto di quanto, tali dettagli siano preziosi “dal colore del sole all’erba sono un dono, ogni nostro respiro è un dono…”